TESTO UNICO EDILIZIA: semplificazione, digitalizzazione e sanatoria per gli abusi ante ’67

Il nuovo Testo Unico Edilizia
Testo Unico Edilizia

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha presentato una proposta di legge delega che punta a riscrivere il Testo Unico Edilizia, con l’obiettivo di riordinare e semplificare l’intera disciplina del settore edilizio. La riforma, attesa in Consiglio dei Ministri nelle prossime settimane, introduce importanti novità sul fronte della digitalizzazione, della classificazione degli interventi edilizi, dei titoli abilitativi e delle procedure di sanatoria.
Tra i punti centrali della proposta spicca la digitalizzazione integrale dei procedimenti edilizi, con la creazione di un fascicolo digitale delle costruzioni e un’anagrafe nazionale degli immobili. L’interoperabilità delle banche dati pubbliche sarà la base per garantire al cittadino un accesso unico e semplificato ai servizi, evitando duplicazioni e snellendo le pratiche burocratiche.
Altro elemento innovativo è la revisione delle categorie di intervento e dei titoli abilitativi, attraverso una nuova classificazione basata sull’impatto urbanistico: dalla nuova costruzione alla manutenzione leggera, fino all’edilizia libera. In parallelo, i regimi amministrativi come SCIA, CILA e Permesso di Costruire saranno razionalizzati per garantire proporzionalità e semplificazione, anche grazie all’utilizzo dell’autocertificazione e al potenziamento del silenzio-assenso.
Un capitolo particolarmente atteso riguarda la regolarizzazione degli abusi edilizi commessi prima del 1967. La proposta supera il principio della doppia conformità, aprendo la strada a una sanatoria semplificata per gli interventi che non compromettono la sicurezza degli edifici. Saranno introdotti criteri oggettivi per la classificazione delle difformità, in modo da rendere più trasparente e uniforme la gestione degli illeciti edilizi.
Infine, il nuovo Testo Unico punta a favorire la rigenerazione urbana e l’efficienza energetica, incentivando il recupero del patrimonio esistente e introducendo deroghe agli standard edilizi in cambio di interventi migliorativi dal punto di vista ambientale e urbanistico.
La legge delega rappresenta il primo passo di un percorso che dovrà concludersi entro 18 mesi dall’approvazione, con il coinvolgimento del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, della Conferenza Unificata, del Consiglio di Stato e del Parlamento. Una riforma ambiziosa che, se attuata, potrebbe segnare una svolta decisiva nella gestione dell’edilizia in Italia.

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