Nel panorama dell’edilizia italiana, non è raro imbattersi in interventi realizzati senza la preventiva autorizzazione necessaria. In molti casi si tratta di lavori interni, apparentemente innocui, ma che richiederebbero una comunicazione formale al Comune. Fortunatamente, la normativa prevede uno strumento utile per sanare queste situazioni: la CILA in sanatoria, ovvero la Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata tardiva. Un’opportunità per evitare sanzioni gravi e mettere in regola l’immobile.Ma in particolare cos’è la Cila in sanatoria? La CILA in sanatoria è una procedura che consente di regolarizzare interventi edilizi già conclusi, eseguiti senza aver presentato la CILA ordinaria. È applicabile esclusivamente a lavori non strutturali, che non alterano la volumetria dell’edificio, non coinvolgono parti portanti e non modificano la destinazione d’uso degli ambienti.
In pratica, è una sorta di “perdono amministrativo”, ma solo se i lavori rispettano le norme urbanistiche e edilizie vigenti sia al momento della realizzazione che al momento della richiesta. L’istanza deve essere presentata da un tecnico abilitato (come un architetto, ingegnere o geometra), che assevera la conformità delle opere. Quali sono i casi in cui la CILA in sanatoria può sanare piccoli abusi edilizi? Sicuramente per i seguenti interventi:
Spostamento o demolizione di tramezzi interni;
Ristrutturazione di cucine o bagni (senza modifiche strutturali);
Rifacimento degli impianti elettrici o idraulici;
Riorganizzazione degli spazi interni.
Non è invece utilizzabile per:
Interventi strutturali (come aperture su muri portanti);
Aumenti di volumetria;
Costruzioni in aree vincolate o su suolo non edificabile;
Cambi di destinazione d’uso che alterano i parametri urbanistici.
La regola fondamentale è la doppia conformità: l’intervento deve essere conforme alle norme edilizie al momento in cui è stato effettuato e al momento della presentazione della sanatoria.
Vediamo velocemente costi per presentare una CILA in sanatoria. Essa è più onerosa rispetto alla versione ordinaria, proprio perché si tratta di una regolarizzazione tardiva. I costi principali sono:
Sanzione amministrativa: 1.000 euro, ridotta a 333,33 euro se la richiesta è spontanea e non successiva a un accertamento comunale;
Compenso del tecnico: variabile tra i 700 e i 2.000 euro;
Diritti di segreteria comunali: solitamente tra i 100 e i 250 euro.
Il totale può oscillare tra 1.200 e 2.800 euro, con eventuali aggiunte legate a pratiche catastali o richieste particolari dell’ufficio tecnico. Però è importante sanare l’abuso per evitare sanzioni più pesanti, regolarizzare un immobile con la CILA in sanatoria consente di:
Vendere o affittare l’immobile senza ostacoli;
Accedere a bonus fiscali per la ristrutturazione;
Evitare contenziosi con il Comune;
Ottenere mutui e assicurazioni senza intoppi.
Un’opera non regolarizzata può portare a gravi conseguenze: demolizione, blocco di compravendite, sanzioni aggiuntive e responsabilità legali. Per cui la CILA in sanatoria è uno strumento prezioso per chi ha effettuato lavori non strutturali senza autorizzazione. È importante agire prima che il Comune rilevi l’irregolarità, per contenere costi e rischi. Affidarsi a un tecnico competente è il primo passo per tutelare il proprio patrimonio e la propria tranquillità legale.
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